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Milano, giornata FAI

di Gianpaolo Beltrami

DOMENICA 26/03/2017

MILANO – GIORNATA FAI

Come oramai vuole la tradizione la prima uscita ufficiale del nostro gruppo “ Nove pedali “ è a piedi, infatti in occasione della tradizionale giornata FAI di primavera, ci accingiamo a recarci a Milano per la visita di alcuni monumenti aperti solo in questo frangente. 

Raggiungiamo la stazione Mediopadana con i nostri mezzi per ricompattarci tutti in gruppo prima di salire sul treno Freccia Rossa che in meno di un ora ci porterà alla meta.

Siamo in 17 e con noi c’è anche il buon Bandieri, siamo così sicuri di non annoiarci, in quanto la sua voce dal timbro altisonante ci farà da continuo sottofondo.

La direzione del viaggio è nelle sapienti mani della Cinzia che per questa volta ha abbandonato la consulenza del presidente per affidarsi al sottoscritto, rischiando squalifiche e scomuniche nello stesso tempo.

Il viaggio scorre tranquillo e sul treno riusciamo a non perderci, scendendo tutti insieme alla stazione centrale di Milano. Il tempo purtroppo non rispetta le previsioni, e la metropoli milanese ci accoglie con un cielo grigio che spruzza anche qualche timida goccia di pioggia, ma ci vuole ben altro per frenare il nostro ardore.

Prima tappa, naturalmente, pausa caffettino, allora entro in scena io e accompagno il gruppo dalle sorelle Rovida che ci accolgono con le loro prelibatezze sia dolci che salate e da tazze fumanti di caffè o cappuccini.

E poi via un tuffo giù in metro per raggiungere la prima meta da visitare : il teatro Strelher.  Grazie alla precisa e meticolosa organizzazione novepedalesca, famosa oramai in tutto il mondo, entriamo senza fare la fila e possiamo cominciare a chiudere gli occhi e sognare tanto è la magia che sprigiona questo luogo.

Entrare in un teatro vuoto è sempre emozionante perché ognuno in quel momento può immaginare quello che vuole e far viaggiare la fantasia a 360 gradi, se poi quel teatro si chiama “ il piccolo “ allora il viaggio acquisisce tutte le magie del mondo.

Sedersi su quelle poltrone ad ammirare la scena inanimata è un momento indimenticabile, ocorre fare un sospiro profondo e cercare di immettere quel momento fra quelli da non dimenticare mai più.

Poi scendiamo negli anfratti del teatro x arrivare nella sala della sartoria, varcando quella porta l’incanto prosegue, ci accolgono due sartine che sembrano uscite da Alice nel paese delle meraviglie, il loro amore e la loro passione sono talmente palpabili che non avrebbero bisogno di dire niente, invece ci fanno partecipi di

aneddoti e curiosità che ci lasciano come imbambolati, non vorremmo più uscire da quell’edificio per non smettere di sognare. 

Ultimo passaggio nel reto palco, per poi finire il tour nell’altro teatro adiacente, dove non esoste palcoscenico, ma gli attori interagiscono direttamente a contatto con il pubblico, fantastico, perfino il buon Andrera Bandieri è rimasto quasi ammutolito.

Usciamo salutando i nostri ospitanti, ringraziando per questi attimi di fantasia vissuta, riprendiamo il contatto con il grigiore della giornata, ancora un poco sognanti riusciamo ad andare verso la direzione sbagliata, per fortuna la lucidità torna presente e dopo un breve empasse ci incamminiamo verso la seconda meta.

Qui, nonostante la nostra organizzazione abbia le conoscenze più altolocate possibili, sembra che anche lo stesso Renzi ci abbia provato, non è proprio possibile evitare una lunga fila, stimata in quasi due ore, dopo una breve riunione del direttivo, allestita per

far fronte alla situazione di crisi, decidiamo di raggiungere la terza meta, rimandando eventualmente al pomeriggio la visita di questo palazzo.

Senza particolari intoppi raggiungiamo palazzo Mezzanotte, nonché sede della Borsa, nostro obbiettivo di visita, riprendiamo il controllo della situazione e superiamo le barriere con il piglio e l’autorevolezza che ci contraddistingue.

All’interno due giovani studentesse liceali ci accompagnano in questo viaggio nel mondo degli affari metropolitano, raccontandoci quasi 70 anni di storia legata all’economia del nostro paese. L’edificio di per sé è abbastanza bruttino, ma le cose che sono successe in questo luogo non possono passare inosservate, qua è nato il boom economico degli anni 60/70, gli intrecci commerciali, gli accordi segreti, le decisioni importanti, tutto quello che riguarda l’alta finanza passava da queste mura.

Bel viaggio il nostro, in poco tempo siamo passati dai sogni e dalle fantasie che sprigiona il mondo del teatro al mondo della finanza con i suoi giochi di potere e i mille sotterfugi che in un attimo ti porta dalle stelle alle stalle.

Nel frattempo anche il sole si è ricordato che aveva un appuntamento con noi, infatti ci aspetta all’uscita e ci riporta un poco di poesia e calore.

Cominciano a farsi sentire i primi crampi della fame, raggiungiamo così Corso Magenta dove ci attendono i famosi panini di De Santis, angusta bottega ma ricca di profumi e felici sorprese, necessaria per calmierare i continui brontolii delle nostre pancette.  Ci accomodiamo alla bene e meglio, cercando disperatamente un angolo con un punto di appoggio, le cibarie arrivano puntuali e giustificano ampiamente la scomodità della location. La pausa pranzo è sfiziosa ma anche abbastanza rapida e ci

permette di arrivare velocemente sul terzo obbiettivo di giornata : il museo Martinitt e Stelline.

Riusciamo ad entrare senza troppo faticare, la signora ci consegna nelle mani di due studenti come al solito fantastici e preparatissimi, iniziamo a rivivere attraverso le immagini e i racconti dei due ragazzi le vicissitudini di questo ex orfanatrofio,che ha accolto centinaia e centinaia di orfani o pseudo tali dando loro oltre che vitto e alloggio anche la possibilità di imparare un mestiere dignitoso.

Concludiamo la visita con l’incontro con alcuni ex orfani dell’istituto, oggi persone anziane in pensione, i loro racconti trasudano di sentimenti umani e semplici ma danno l’idea di che valore abbiano queste persone che hanno dovuto guadagnarsi tutto nella vita.

Dopo questo bagno di umiltà, su consiglio della responsabile FAI dell’ultimo luogo visitato, proviamo a chiudere la giornata andando a visitare un palazzo di proprietà della Cattolica che si trova a poca distanza da dove siamo. Si tratta dell’Istituto Toniolo ex sede Cascami filatura Seta, entriamo e raccontiamo chi siamo e da dove veniamo, i responsabili FAI ci accolgono nel loro giro visite pur essendo il sito riservato solo ai soci FAI.

Le nostre mediazioni hanno funzionato egregiamente anche in questo frangente, dopo una breve attesa, entriamo ed ad accoglierci è un giovanotto, laureando in archeologia, la sua esposizione ci lascia incantati, ci accompagna fra i meandri del palazzo raccontandoci sia la storia del palazzo sia la sua architettura particolare.

Le visite terminano in bellezza, ogni luogo oggi ci ha lasciato qualcosa, non ci rimane che ritrovare la strada del ritorno, raggiungiamo a piedi la prima fermata del Metro per poi arrivare alla stazione centrale.

Siamo stanchi ma sicuramente appagati, abbiamo la consapevolezza di aver trascorso una giornata piena di tante belle cose e naturalmente anche di una bellissima compagnia.

Saliamo sul treno, ci accomodiamo e se qualcuno pensa di chiudere finalmente gli occhi per un veloce riposino, non ha fatto i conti con il buon Andrea Bandieri, la sua voce acuta e senza soste ci accompagna per tutto il viaggio, il sole tramonta come solo qui in pianura Padana sa fare.

Grazie a tutti.

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