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Bici Blues 2022

di Gianpaolo Beltrami

Quando l’aria è ancora pungente e la nebbia gioca a nascondino fra i campi seminati da poco, si comincia a parlare del bici blues. Il lavoro parte da lontano, iniziano i primi contatti, nascono e muoiono tante idee. Poi lentamente qualcuna prende corpo e da quelle si inizia a dipanare la matassa. La parte musicale, i luoghi dell’accoglienza, la montagna di scartoffie da compilare, gli sponsor e per finire la cura della grafica.

La musica e i contatti con gli sponsor sono un affare del poliedrico e mitico Follon Brown che oramai da anni svolge questo incarico con sapiente professionalità.

Dopo una serie di incontri, siamo riusciti a definire il ritorno in grande stile a “Casa Novelli”. La prima tappa di giornata era da considerarsi in cassaforte. Maurizio e la sua dolce consorte ci accoglieranno nella loro azienda agricola offrendoci oltre all’assaggio dei loro prodotti tutto il calore della loro famiglia.

Mancava all’appello la seconda tappa, come da programma prestabilito. Poi una mattina mi sono alzato e una folle idea ha iniziato a prendere corpo dentro di me. Con una certa apprensione ho preso il telefono e ho chiamato Chiara delle Cantine Lombardini.

Solo un visionario come me poteva pensare di portare un gruppo di quasi cento ciclisti all’interno di questa azienda ubicata in pieno centro storico.

Non ero certo di incontrare il favore della controparte, ma se si vuole portare avanti un sogno vale la pena anche rischiare una figuraccia.

Chiara, una delle tre sorelle Lombardini, mi ha travolto con il suo entusiasmo lasciandomi quasi incredulo. Avevamo trovato la nostra seconda tappa, ora serviva un bel po' di lavoro per renderla perfetta.

Dopo tanta fatica, arriva finalmente il gran giorno. Farà sicuramente un gran caldo, il sole non ci darà tregua, ma saremo pronti ad affrontare qualsiasi difficoltà si presenti.

Di buon mattino io e mia moglie ci avviamo verso piazza Unità d’Italia, punto di ritrovo abituale per le nostre iniziative con partenza in bicicletta. L’aria è ancora frizzante, il cuore agitato ma l’animo sereno e la testa libera da strani pensieri. Con queste premesse ci apprestiamo ad affrontare la quindicesima edizione del Bici Blues.

Asserragliati sotto il porticato al riparo dal sole già rovente, attendiamo che arrivino tutti i partecipanti per poter espletare le semplici pratiche di iscrizione.

Poco alla volta la piazza si colora, le persone arrivano alla spicciolata e ne approfittano per socializzare finalmente in libertà, baci abbracci e pacche sulle spalle e tanti racconti di viaggi appena fatti o ancora da compiere.

Come da copione, in coppia con mia moglie, anticipando il gruppo pedaliamo verso casa Novelli per una inutile ma necessaria verifica che tutto sia pronto per accogliere i ciclisti prossimi all’arrivo.

Durante il tragitto in bicicletta siamo talmente tesi e concentrati che non ci rendiamo conto di quello che accade intorno a noi. La polvere della strada sterrata, i campi dorati in attesa della mietitura, i getti d’acqua che d’anno un po’ di sollievo alla terra che arde, tutto questo non compare ai nostri occhi.

Poi l’arrivo a casa Novelli e come d’incanto la tensione si scioglie. L’intera famiglia è tutta mobilitata per accogliere il gruppo dei ciclisti nel migliore dei modi. Proviamo a renderci utili, ma il nostro sforzo è inutile infatti a nessuno è concesso di potersi inserire nel loro ambito. La signora Elisabetta, da perfetta padrona di casa, detta i tempi per tutti facendo in modo che non manchi mai niente sui tavoli.

I musici controllano gli ultimi accordi. Il polverone che si alza all’orizzonte annuncia l’arrivo del “mucchio selvaggio. Echeggiano le prime note di Blues che si mescolano al chiacchiericcio della gente assetata e affamata ma particolarmente sorridente.

Sull’onda delle note musicali arrivano sui tavoli le delizie che la famiglia Novelli con solita maestria e con tanto amore ha preparato per noi.

La band che ci accompagna in questa prima sosta è composta: da Martin Iotti, Oscar Abelli e immancabilmente da Follon Brown, mentre Max Marmiroli assiste seduto all’ombra in attesa di scendere in campo nella seconda parte.

Pane e marmellata come nelle famiglie di un tempo poi latte, yogurt e biscotti fatti in casa, da queste parti solo cose genuine controllate e confermate dal marchio di azienda certificata( non OGM).

Giusto il tempo di salutare Maurizio ed Elisabetta Novelli, per poi riprendere la bicicletta e volare alle Cantine Lombardini per anticipare l’arrivo del mucchio selvaggio.

Chiara,Cecilia e Virginia ci stanno aspettando con ansia, hanno fatto un lavoro stupendo, il grado di accoglienza sarà ai massimi livelli, non ci resta che aspettare l’arrivo dei ciclisti.

Nell’attesa abbiamo il tempo di accogliere la nostra sindachessa Elena che ha deciso di onorarci con la sua presenza. Nell’aria si respirano i profumi del vino, ma non profumi banali, fragranze genuine che ti invogliamo ad assaggiare questo nettare divino.

Chiara, da brava padrona di casa, intrattiene Elena decantandole tutti i progressi e le innovazioni che loro sorelle con il bene placido del papà hanno apportato alla loro azienda.

Ma come d’incanto irrompe il mucchio selvaggio. Basta con le chiacchiere, parte la musica che in questo caso è affidata ad un solista,Lorenzo Zambini,che patron Bruno ha invitato per l’occasione.

Sulle note della chitarra solista, la gente guidata dalla sapiente mano delle sorelle Lombardini, esplora il mondo di questo magico luogo all’interno del centro storico novellarese

Le note musicali inseguono la gente che pare giocare a nascondino fra le cisterne di acciaio ei cartoni di vino per poi scivolare al tavolo delle degustazioni. Le chiacchiere diventano effervescenti grazie alle bollicine che rendono il clima particolarmente allegro.

Il tempo passa e la tavola ci aspetta. Ci dispiace lasciare questa magnifica compagnia. Ma la giornata deve andare avanti. Dopo tante strette di mano usciamo dal portone delle cantine Lombardini e dopo una breve passeggiata sotto il portico arriviamo in Piazza Unità d’Italia dove ci attende un caldo pranzo.

 

Dal lambrusco alla sangria il passo è breve. Alberto dirige le sue ragazze con la solita maestria. Loro sembrano volare fra un tavolo e l’altro, nonostante il caldo soffocante le portate arrivano puntuali sui tavoli ed anche le ultime resistenze del gruppo selvaggio cadono.

 

Ma quando tutto sembra affievolirsi ci pensa la musica a tornare protagonista. Al trio del mattino si aggiunge finalmente Max Marmiroli e come d’incanto parte una progressione musicale che rigenera energie sconosciute con balli al limite dello sfinimento.

Tutti morti, tutto finito, ma neanche per sogno. Un gruppo di irriducibili inforca le biciclette e facendosi beffe del sole ancora bollente si lancia in un ulteriore giro da anime dannate.

La fatica nelle gambe si fa sentire, mentre il sudore ti accarezza il viso, la tensione di giornata se ne va, si pedala lenti ma sereni con la voglia di ridere e scherzare senza freni.

Ma non stiamo viaggiando senza una meta precisa. L’agriturismo Ca Bianca ci sta aspettando per rinfrescarci con delle meravigliose fette di anguria fresca (DOC).

 

A casa Brioni sei sempre accolto nel migliore dei modi. Nel frattempo qualche pigrone ci ha anticipato e ci sta aspettando comodamente seduto su una poltrona all’ombra con un bicchiere di prosecco fresco.

Marzia da perfetta padrona di casa ci permette di fare un tutto nella piscina dell’agriturismo per rinfrescare le nostre stanche accaldate membra. La rinascita, qualche urlo liberatorio, spruzzi risa qualche scatto dal cellulare, siamo ritornati indietro nel tempo.

Poi arriva la rossa, dolce e sugosa con i puntini neri, bella fresca quasi ghiacciata. Ma le sorprese non sembrano finire mai, nell’aria aleggia un profumino inconfondibile, sui tavolini arrivano anche cestini di gnocco fritto caldo.

Max e Bruno attaccano alcune note di Blues, il viaggio continua anche da seduti su una comoda poltrona.

 

Abbiamo iniziato la giornata da casa Novelli con il latte che la faceva da padrone, poi abbiamo proseguito il viaggio nella nostra terra incontrando l’uva che grazie alle mani sapienti di persone come Marco Lombardini si trasforma in un nettare divino, in fine splendida conclusione a Casa Brioni con miss anguria e il principe gnocco fritto.

Non posso tralasciare il faticoso lavoro di Alberto con tutto lo staff del Caffè la Rocca che oltre a sfamare noi e tutti i musici collabora da anni per una perfetta organizzazione dell’evento.

Ultima dedica, ma di certo non meno importante, alla musica e ai suoi interpreti che questa giornata riesce a regalarci momenti di assoluta serenità e divertimento.

Un grazie sincero a Bruno alias Follon Brown e a tutta la band e naturalmente appuntamento al prossimo anno.

 


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